Studio di architettura Di Biase | Recycle Onaosi

Recycle Onaosi


  • Recycle Oanosi

  • € 10.000.000,00

  • Concorso di idee

  • 2016

  • Arch. Giuseppe Di Biase (Team leader), Arch. Nicola Di Biase (Project manager) Lorenza Di Cicco, Raffaella Bernardini (Team)

  • L’innesto
    L’edificio, riconoscibile nel tessuto urbano per le sue dimensioni, si configura attualmente come una stratificazione di livelli che, dalla quota di imposta dell’atrio di ingresso, si adagiano alla morfologia del suolo arrivando a valle in diretto rapporto con il giardino. Le prime considerazioni sono state eseguite valutando le condizioni e le modalità degli spostamenti interni dell’utente. Infatti, essendo organizzato attraverso l’accostamento di diversi blocchi indipendenti, l’edificio presenta momentaneamente un problema di collegamento verticale: i tre piani più bassi (quote -22.70 mt, -19,20 mt e -15,70 mt), adagiati sull’asse centrale, non sono facilmente raggiungibili tramite ascensore per chi accede dall’atrio centrale a nord (problema accessibilità disabile). Per cui, è stato inserito un nuovo elemento, avente una conformazione in pianta a “V”, che permettesse di collegare i tre livelli menzionati ed il piano mensa attraverso un sistema combinato di scala e ascensore. L’aggancio di questo volume, modificando l’impianto simmetrico, ha comportato (sul fronte ovest) un intervento di demolizione dei tre blocchi verticali contenenti le camere lasciando spazio (nell’area di sedime) ad un nuovo nucleo dinamico articolato da:un piano a quota -16.90 mt contenente un opportuno spazio per la biblioteca avente un’altezza interna maggiorata (4,50 mt) ed una notevole libertà per l’organizzare dello spazio di ricerca/consultazione cartacea e multimediale.una grande piazza aperta intermedia con portico a quota -12.20 mt con funzione di luogo della socializzazione, dove potere sostare nelle giornate primaverili ed estive, in diretto affaccio verso la valle e non in rapporto diretto con le camere (problema del disturbo sonoro). Uno spazio a misura d’uomo che diventa anche un nuovo punto di accesso dall’esterno al piano della mensa.

    Una stecca volumetrica allungata sviluppata su due livelli (quota -7.20 mt e -3,70 mt) contenente internamente un numero di 24 camere singole con annesso bagno. La sua rotazione planimetrica è scaturita da una lettura degli assi urbani e dalla proiezione verso il parco a valle.

    Tale sistema di aggregazione plastica è stato completato, innestato ed agganciato alla restante struttura esistente per mezzo di un elemento a sviluppo verticale (4 livelli) avente la geometria di un tronco di cono inclinato l’ungo il suo asse. Al suo interno oltre alle scale di collegamento si innestano funzioni legate allo svago ed al relax.

    Legare componenti diverse mettendole in relazione all’interno di un unico progetto di ristrutturazione significa ristabilire in modo disincantato relazioni tra oggetti tra loro in dialogo affrontando il tema dell’incongruo e ponendosi la questione dei rapporti.

    La difficoltà e l’ambiguità del “tema” è tutta qui.

    La forma diviene espressione e rafforzamento del contenuto del collegio: il significato è comunicato tramite le caratteristiche intrinseche, fisiognomiche della forma stessa. La creazione della forma architettonica diviene processo logico determinato dall’esperienza passata (storia), dal programma e dalla struttura, con un aiuto occasionale che parte dall’intuizione.

    Proprio quest’ultimo termine si trapela nell’operazione di sovrapposizione volumetrica che avviene al primo livello (quota +3,65 mt) sopra l’atrio di ingresso. Attraverso l’estrusione del piano a quota 0,00 mt, infatti, viene riconfigurata la volumetria compatta (parallelepipedo) tipica della tipologia storica dei palazzi umbri. Precisamente, guardando il prospetto sud di questo volume si nota una somiglianza con le facciate del periodo medioevale e rinascimentale dove ad un basamento più alto comprensivo di mezzanino (quota -12.20 mt e quota – 7.20 mt) si aggiungono due livelli: piano nobile (nel nostro caso piano quota 0,00 mt) e piano primo (nel nostro caso piano quota +3,65 mt). Inoltre viene riproposto il marcapiano ed il sistema di fasce verticali. Una interpretazione contemporanea di una soluzione storica locale.

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